“A volte le cose buone devono finire, perché le cose migliori abbiano inizio”
Ogni autobiografia è insincera.
Impossibile descriversi senza cedere all’istinto di rendere letteraria la propria vita.
Le mie radici sono ben piantate in Calabria, del Mediterraneo porto dentro solarità e struggente nostalgia; le ali me le ha messe Firenze, dove mi sono trasferita per pura passione.
Amo profondamente il mio lavoro che mi ha portato a conoscere luoghi meravigliosi dietro progetti su carta, vite e abitudini dietro le scelte di arredo, persone piene di talento dietro le professionalità.
Avete mai lavorato in un’azienda di famiglia?
E’ una strana situazione: pensi di essere privilegiato, ti senti un ingranaggio essenziale, quasi un predestinato, ma in realtà non stacchi mai, i clienti diventano amici, il lavoro te lo porti a tavola anche la domenica e non esiste soluzione di continuità tra la soglia dell’ufficio e l’uscio di casa.
L’esperienza ventennale nella “Grifoni Vittorio”
ha plasmato la mia evoluzione in una sorta di inscindibile nodo gordiano che ha cambiato nel tempo la mia identità.